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Le nazioni divise, le città divise – proprio come Gorizia e Nova Gorica, piccole “Berlino” di Italia e Slovenia – e il ruolo delle superpotenze sono i temi centrali della giornata conclusiva del Forum internazionale “Terre di confine: dalla Guerra Fredda ai conflitti del nostro tempo”, che giunge a conclusione oggi, 11 marzo, a Gorizia, con lavori a porte chiuse nella sede della Fondazione Carigo, dalle 10.

Charles Maier (Harvard)

Promosso dall’Associazione Friuli Storia con le Università di Udine e di Harvard per la direzione scientifica dello storico Tommaso Piffer, il Forum coinvolge un think tank di una quarantina di studiosi di tutto il mondo, e sigla la nuova partnership fra Friuli Storia, le Università di Udine e di Harvard, con il suo Centro Studi sulla Guerra Fredda: una collaborazione progettata sul medio e lungo termine come un ponte di studio e ricerca. I lavori si congedano, nel contesto di un countdown che Friuli Storia ha già lanciato in vista degli eventi di GO2025, con un programma “no borders” e la visita, nel pomeriggio, alla storica piazza Transalpina, fulcro tangibile e metropolitano del confine fra Italia e Slovenia, e al Museo permanente sulla vita nelle terre di confine allestito nei locali della Transalpina, divisa fra il territorio di Gorizia e quello di Nova Gorica.

Tommaso Piffer (Udine)


Oggi, a proposito di “Nazioni divise e città divise”, si parlerà della Corea e della Germania con le relazioni di Eilin Rafael Perez e Ben Van Zee, focalizzando sull’enclave occidentale di Berlino ovest, isola occidentale nel territorio della Germania est con Sonja Schmalenberger. Il ruolo delle Grandi Potenze sarà indagato con riferimento al conflitto russo-giapponese con lo storico Yasuhiro Izumikawa, della disputa sino-sovietico sui confini tratterà lo storico Sergey Radchenko, e delle minoranze linguistiche nella polveriera dei Balcani la storica Nadia Boyadjieva. Il punto di vista britannico sarà trattato da Grace Huxford, mentre lo storico e analista Fabio De Ninno si soffermerà sul presidio marittimo dei confini italiani.
Attesissimo, a suggello del Forum alle 16.15, l’intervento in streaming dello storico e saggista Charles Maier, ordinario ad Harvard, intorno al ruolo “speciale” del confine e delle terre di confine dal tempo della Guerra Fredda ad oggi, tema centrale del suo ultimo saggio “Dentro i confini. Territorio e potere dal 1500 ad oggi” (Einaudi). Osserva Maier che «oggi la metaforica competizione tra Nord e Sud ha preso il posto di quella tra Est e Ovest, o quantomeno così era parso sino all’attuale invasione russa dell’Ucraina. Ai sensi dei trattati e della Carta delle Nazioni Unite gli Stati sono tenuti ad accogliere i rifugiati politici, ma le migrazioni di oggi sono provocate da cruente guerre civili, dalla disgregazione degli Stati e dalle disparità nella distribuzione della ricchezza tra il Nord e il Sud del mondo. Lo sviluppo economico ha migliorato la vita di molte persone, ma ha anche acuito le diseguaglianze. Durante la guerra Fredda, era relativamente facile per i confini tenere le persone dentro. Ma, a dispetto della retorica demagogica dei politici, non sarà altrettanto facile tenerle fuori».

Il Forum “Terre di confine”, dalla Guerra fredda ad oggi” è organizzato con il contributo e la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e del Comune di Udine, in collaborazione con la Rai, mediapartner la sede Rai Friuli Venezia Giulia.

INFO: segreteria@friulistoria.it

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In copertina, il punto di confine tra Italia e Slovenia in piazza della Transalpina a Gorizia-Nova Gorica.

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